Life 4 Action

Concept

Adrenalina, allo stato puro. Sport estremi, visti esclusivamente in soggettiva, provenienti dai quattro angoli del pianeta. Lo schermo tv diviso in 4 “finestre” (acqua, aria, neve, terra) ognuna con una disciplina no limits (kite surf, snowboard, downhill, base jumping, hydrospeed, ecc.), audio ambiente, una voce off che commenta le immagini (in modo tecnico o ironico, a seconda) e un montaggio ritmato con musiche d’impatto. I “performers” di “Life 4 Action” sono sportivi, professionisti o appassionati in possesso di una GoPro full hd, in grado di auto-riprendersi posizionando la microcamera per ottenere delle immagini spettacolari e coinvolgenti: può essere una tavola da surf, il casco di una motocicletta o la cima di un pennone di una barca a vela. Sono la loro passione e la voglia di esibirsi i punti di forza del programma: le migliori performance arrivano alla redazione da tutto il mondo e dopo essere state selezionate vengono montate dalla regia. La grafica dà informazioni sulla location da cui provengono le immagini, il nome del performer e il tipo di sport, con uno stile a effetto in linea con il programma. Il programma non ha una scaletta preordinata, ogni sport mostrato ha una durata di circa 3 minuti, ma qualunque sia la disciplina messa in onda, il “racconto” si dipana sempre attraverso tre momenti fondamentali: preparazione & suspense, esibizione & emozione, conclusione & gradimento. Di volta in volta, e a seconda della maggiore spettacolarità, l’attenzione dello spettatore viene focalizzata su una delle 4 finestre che diventa quindi l’unica visibile a tutto schermo. Inoltre sul sito web del programma è possibile iscriversi per inviare i propri filmati, rivedere le singole performance e condividerle con altri utenti (mail, social network). Nessuna emittente ha in palinsesto un programma dedicato allo sport con queste caratteristiche. Al momento, è perfino complicato collocare il format in una categoria di genere. La sensazione di vivere “dentro” gli eventi sportivi ai quali assistiamo (grazie all’unica prospettiva in soggettiva) e la consapevolezza che ai “performers” può accadere qualunque cosa (fanno parte dello spettacolo anche le cadute sulla neve, o i ribaltamenti durante un rafting, o ancora l’uscita di pista di una motocross), rendono lo spettacolo interessante quasi quanto la diretta di un evento sportivo.

Ideato e scritto da Gianluca Mauri e Alessandro Ferrara